👫 Costruire un team
Lavoro flessibile, team stabile
Non è più il tempo del lavoro in fabbrica, dove il padrone – dal piano vetrato – osserva compiaciuto gli operai al lavoro. Il lavoro creativo è fatto da gente esperta, che usa la testa. Persone che lavorano meglio quando percepiscono di avere un certo grado di autonomia e controllo sul proprio operato. Idealmente, nessuna regola viene imposta al team di lavoro: questo si organizza autonomamente per raggiungere gli obiettivi che gli vengono dati. Se questi richiedono di lavorare in presenza, il team lo fa e basta. Obbligare un adulto a presentarsi in ufficio, anche quando non ce n’è la necessità, può produrre solo cattivi risultati.
Già dai primi anni di Moze abbiamo riconosciuto l’importanza di dare autonomia alle persone. Ci siamo sempre focalizzati più sul cosa che sul come. I tempi di consegna non vengono negoziati. Se chi lavora dice “ci vogliono 20 ore”, non c’è un capo che dice “facciamo 15 e non se ne parla più”. Bisognerà spiegare al cliente che ci vogliono 20 ore. Adottare la filosofia Agile vuol dire lavorare in maniera iterativa e incrementale. Se i tempi sono stretti, si punta a portare a termine un compito nel tempo a disposizione, rinunciando eventualmente a qualcosa (ossia, riducendo lo scope di lavoro).
Un professionista vuole essere trattato da adulto. In cambio, dà il meglio di sé. La fiducia è ricambiata con il rispetto, la flessibilità porta stabilità. Così si abbassa il turnover del team. Si interrompe cioè quella spirale infinita fatta di “qui sto male”, “vado altrove”, “ma anche qui non si sta tanto bene”.
Come iniziare
Per noi, tutto è iniziato da una decisione apparentemente semplice: smettere di imporre la presenza fisica in ufficio. Interrompere cioè una pratica che tutti avevano sempre dato per buona, un comportamento scontato nella nostra cultura, un’abitudine che arrivava dal passato, quando l’unico modo per lavorare era stare sul posto. Abbiamo iniziato a mettere in discussione questo paradigma già in tempi non sospetti, concedendo alle persone la libertà di organizzarsi come meglio preferivano. Questo senso di autonomia si è esteso a molti aspetti del lavoro, dalla pianificazione delle attività sui progetti fino alla gestione delle relazioni e della comunicazione con i clienti, quando questo ci sembrava appropriato. Nel nostro approccio, il developer o il designer non è più una figura che vive, un po’ nascosta, all’ombra del Project Manager. Non è più un soggetto bisognoso di continue spiegazioni dettagliate. Al contrario, è diventato un esperto e un protagonista a tutti gli effetti. Alcuni membri del nostro team avevano una predisposizione naturale per la comunicazione e le relazioni, mentre per altri abbiamo investito nella formazione, affiancando loro un coach specializzato in Public Speaking, proponendo corsi di Problem Solving, offrendo lezioni di inglese. Questi investimenti hanno sempre prodotto buoni risultati per il singolo e un impatto positivo su tutto il team.